La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, fama di santità e dei segni del Servo di Dio Giampaolo Mollo, padre di famiglia e diacono permanente della diocesi di Roma, si terrà venerdì 11 aprile, alle ore 12, nella Sala della Conciliazione costituita per il Tribunale nel Palazzo Apostolico Lateranense, e sarà presieduta da monsignor Michele Di Tolve, vescovo ausiliare della diocesi di Roma. Il Tribunale, che ha condotto l’inchiesta diocesana, è composto da don Emanuele Albanese, delegato episcopale; don Giorgio Ciucci, promotore di giustizia, e da Marcello Terramani, notaio attuario. Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è Paolo Vilotta. Tutti gli atti processuali, in doppia copia conforme, chiusi in contenitori sigillati, saranno consegnati a Paolo Vilotta, nominato portitore, con il compito di trasmetterli al Dicastero delle Cause dei Santi. La cerimonia verrà trasmessa in diretta sul canale YouTube della diocesi di Roma.

Giampaolo Mollo nasce a Roma il 5 novembre 1941. Da ragazzo, trascorrendo le vacanze a Formia con la sua famiglia, conosce Anna Liberace, che diventerà sua moglie dopo cinque anni di fidanzamento. La loro vita scorre serena: Mollo lavora in banca ed è impegnato nel sindacato. Hanno due figli: Sabrina, nata nel 1968, e Francesco, nel 1971. Eppure Giampaolo avverte spesso un’irrequietezza e un vuoto interiore che lo spingono a cercare qualcosa di più. Nel 1976, presso la parrocchia dell’Assunzione di Maria Santissima, al Quadraro, Mollo viene in contatto con la comunità carismatica qui presente, cioè la Comunità Maria, e inizia a frequentarla.

In questo nuovo contesto matura in lui, negli anni Ottanta, la vocazione al diaconato. All’età di 45 anni, il 22 novembre 1986, viene ordinato diacono permanente della diocesi di Roma, in San Giovanni in Laterano. Nel 1987, insieme a sua moglie e ad altre due coppie di coniugi – Alfredo e Jaqueline Ancillotti, Paolo e Carmen Serafini – e con la benedizione dell’allora cardinale vicario di Roma Ugo Poletti, fonda la “Comunità Gesù Risorto”. Nel 1991 è colpito da una grave malattia: il mieloma multiplo, che affronta con coraggio e fede. Nonostante le sofferenze e le evidenti difficoltà fisiche, continua a dedicarsi all’evangelizzazione e si spende per la buona riuscita del Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali del 1998, culminato con la Veglia di Pentecoste celebrata in piazza San Pietro da san Giovanni Paolo II. Muore poco tempo dopo, il primo settembre del 1998. Il funerale si tiene due giorni dopo, in un’affollatissima basilica di San Giovanni Bosco; a celebrarlo è monsignor Cesare Nosiglia, attualmente arcivescovo emerito di Torino. La causa di beatificazione è stata aperta il 5 novembre 2021.

​Fonte: Diocesi di Roma